Dic 26, 2016
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GATTACA

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TITOLO, AUTORE REGISTA E DISTRIBUZIONE DEL FILM

“GATTACA” è un film di Andrew Niccol, interpretato da Ethan Hawke, Uma Thurman e Jude Law. E’ stato prodotto da Jersey Films e distribuito da Columbia Pictures a partire dal 24 Ottobre del 1997. Il film dura 106 minuti.

CONTESTO STORICO: LINEA DEL TEMPO NELLE LINEE ESSENZIALI

Quando GATTACA è uscito, nel 1997, il primo organismo superiore era stato clonato con successo, la pecora Dolly, e i medici usavano tecniche di laboratorio per risolvere i problemi di infertilità già da più di 10 anni. Nel 1978 era nata Luise Brown, la prima persona al mondo concepita con tecniche di fertilizzazione in vitro (FIVET), negli anni ’80 sorgevano le prime cliniche specializzate e oggi quasi l’1% dei bambini nati negli Stati Uniti è concepito con tecniche di fecondazione artificiale. Negli anni in cui veniva girato “GATTACA” i medici discutevano anche di un’altra e più controversa possibilità messa a disposizione dalla tecnica biomolecolare: la diagnosi prenatale. La diagnosi prenatale consentiva di asportare poche cellule dagli embrioni ottenuti in seguito a fecondazione in vitro e di analizzare il DNA che queste cellule contenevano al fine di rilevare eventuali anomalie genetiche importanti come la fibrosi cistica, la Corea di Huntington, la sindrome di Down, soprattutto quando i genitori hanno alte probabilità di concepire un figlio con questo genere di corredo genetico. Se pensiamo alla velocità con cui in questi anni stanno migliorando le tecniche di sequenziamento del DNA, aumentando le informazioni riguardo alle correlazioni fra geni e malattie, incrementando le nostre capacità di dare un senso ad ogni frammento di sequenza del genoma umano, oggi non siamo così lontani dalle possibilità che vengono descritte in “GATTACA”. Ma abbiamo oggi le stesse identiche paure che avevamo allora?

ELENCO DELLE PRINCIPALI TEMATICHE AFFRONTATE

L’eugenetica

Protagonista del film è un ragazzo che è stato concepito naturalmente lasciando al caso la possibilità di decidere come assortire i geni dei genitori, in un mondo in cui la grande maggioranza degli individui viene concepita in vitro e selezionata con tecniche di diagnosi prenatale al fine di minimizzare le debolezze fisiche e la probabilità di contrarre malattie importanti. Qualche scelta è lasciata all’arbitrio dei genitori, ma è chiaro nel film che i nuovi nati della generazione concepita in vitro sono fisicamente prestanti, resistenti e in salute e che la salute in relazione alle reali o possibili debolezze fisiche di tutti viene curata in modo quasi ossessivo anche con sistemi di prevenzione.

Che posto occupano nella società le persone con deficit?

Nel film lo stato di salute e di resistenza fisica e il quoziente intellettivo assurgono a criteri di selezione per l’accesso ai lavori più ambiti e remunerati, mentre vengono relegati allo svolgimento dei lavori più umili solo gli altri, la minoranza delle persone nate con caratteristiche fisiche o mentali meno desiderabili di quelle della maggioranza.

Si può essere uguali nella propria diversità o c’è un modello a cui dobbiamo adeguarci?

Nel film la società sembra avere identificato un modello univoco a cui aspirare e, dal momento in cui la tecnica consente la selezione, tutti gli individui sono selezionati per avvicinarsi più possibile al modello. Il modello è concepito sulla perfettizzazione del patrimonio genetico di cui disponiamo eliminando tutti le combinazioni di geni che portano a malattie, debolezze o propensità a tratti caratteriali non desiderati (come la violenza o la dipendenza). Non sono forse questi tratti desiderabili? Il film oltre a mettere in questione la scelta di un modello univoco mette in questione che tutto ciò sia davvero solo scritto nel nostro DNA..

Essere o imparare?

Nel film si sottolinea in modo ossessivo il fatto che ogni selezione viene fatta sulla base della genetica, ma le nostre doti desiderabili sono quelle scritte nel nostro DNA o sono quelle che sappiamo imparare e che costruiamo col nostro vissuto? Il protagonista del film, eludendo tutti i controlli genetici riesce ad inserirsi con successo in una vita non a lui destinata, e riesce ad ottenere tutti i risultati a lui richiesti grazie all’apprendimento, all’allenamento e agli strumenti compensativi (come le lenti a contato per correggere la miopia).

La determinazione

Nel film viene valorizzata la potenza del desiderio e della determinazione come unico motore per ottenere tutto ciò che si vuole nella vita. Nulla è predeterminato nei nostri geni e non c’è niente che non possiamo ottenere se davvero lo vogliamo. Il desiderio e l’aspirazione alimentano l’apprendimento e danno coraggio

La resilienza

Nel film due giovani uomini geneticamente perfetti falliscono (il fratello del protagonista che quasi affoga e il doppio che gli fornisce l’identità che si suicida). Sono due uomini forti nella società nella quale sono nati e dalla quale sono accettati che difronte al fallimento non sanno reagire e si spezzano, in un caso irreparabilmente. Si spezzano perché non sono capaci di affrontare le difficoltà della vita o il dare valore ad una vita diversa, loro che mai nella vita hanno dovuto lottare prima. Gli uomini selezionati del mondo di GATTACA non sono capaci di resilienza, di trovare una loro integrità in risposta al sopraggiungere degli eventi negativi.

RISVOLTI PEDAGOGICI E SOCIALI

Per questo post non vorrei focalizzarmi sui temi di bioetica sollevati dal film, vorrei invece concentrarmi sul posto nella società che occupano tutti quelli che hanno deficit rispetto alla media della popolazione e su quanto delle nostre capacità è predeterminato dalle nostre caratteristiche fisiche o dalla nostra storia e quanto invece si può imparare. Il film come già detto mette in discussione il modello unico di perfezione che la società di GATTACA si è data, per quanto questo modello sia apparentemente desiderabile (chi non vorrebbe essere in salute?). Non solo questa idea è condivisibile ma è anche ampiamente condivisa dalla società contemporanea che sta facendo sforzi, anche se ancora molto lentamente, per ridisegnare la sua organizzazione. Oggi sappiamo che varie caratteristiche fisiche e vari deficit possono impedirci di svolgere certe azioni, ma non di ottenere risultati, se solo ci è data la possibilità di raggiungere gli obiettivi seguendo ciascuno la strada più congeniale. Inoltre stiamo entrando nell’ottica che non c’è un solo e un unico risultato desiderabile, ma che invece è desiderabile la crescita e l’autodeterminazione di ogni persona. In una società in cui la maggioranza ha alcune caratteristiche e ciascuno di noi può riconoscersi in una minoranza per una o più delle proprie caratteristiche fisiche o caratteriali, è molto difficile organizzare tutto in modo tale che ciascuno trovi il suo posto. E’ difficile ma non impossibile e non possiamo rinunciare a questa sfida. I tempi dello sviluppo e dell’apprendimento sono per ciascuno di noi diversi in molti modi, la scuola per quanto questo sia difficile ha il dovere di dare a tutti le stesse possibilità di crescita differenziando in modo adeguato i tempi e i modi per raggiungere gli obiettivi.

Il film inoltre mette in rilievo la questione del potere che può avere l’apprendimento e della potenza dell’apprendimento cosciente, cioè quello di cui si è protagonisti, quello di chi desidera raggiungere un obiettivo, un sogno e pertanto apprende. L’utilizzo di strumenti compensativi e l’impegno nell’imparare fa raggiungere al protagonista molti degli obiettivi che non sarebbero sembrati immaginabili per lui. Innanzi tutto sue le possibilità erano state sottovalutate, in secondo luogo in quella società non si era dato nessun valore al potere del processo di apprendimento. Questo è quello che fa e deve fare la scuola: avere aspettative ambiziose per tutti e pazienza e metodo nell’accompagnare ciascuno verso il riconoscimento delle proprie ambizioni e il raggiungimento degli obiettivi correlati a quelle ambizioni.

I LIMITI DELLA PROSPETTIVA RAPPRESENTATA NEL FILM NELL’OTTICA DELLA PROSPETTIVA SCOLASTICA

Nel film viene dato un potere assoluto alla volontà e alla dedizione. Nella realtà dei fatti per quanto i deficit possano essere in parte colmati e strade alternative possano essere percorse per raggiungere i propri obiettivi, il raggiungimento degli obiettivi nella vita non è vincolato solo alla propria volontà. Un cieco non può vedere, ma può leggere la realtà con tutti gli altri sensi e la può leggere altrettanto bene di chiunque altro, in alcuni casi meglio. Questo non significa che con la forza di volontà vedrà. Inoltre la vita è un intreccio di nostre volontà e di eventi che non dipendono da noi e di relazioni fra noi e gli altri. Non basta volerlo e impegnarsi perché qualcosa si realizzi. Non esistono solo gli atleti che vincono le medaglie d’oro, quelli che arrivano quarti non si sono impegnati meno, esistono bambini che nascono in zone di guerra, adulti che sono costretti a migrare a causa di situazioni avverse.. la lista degli eventi che non possiamo controllare e che hanno una influenza pesante sul nostro destino di vita potrebbe essere ancora lunghissima. Non è assumendoci tutta la responsabilità da soli che troveremo un nostro equilibrio e questo è vero sia per i bambini che per gli adulti. Ci siamo noi con la nostra storia e dobbiamo imparare a capire tutta la storia per non spezzarci come il fratello e il doppio del nostro protagonista, per continuare ad imparare e a sognare ma non a farci false illusioni che poi portano a grandi delusioni.

GIUDIZIO PERSONALE

Ho apprezzato la ricchezza di spunti di riflessione del film, sia quelli legati alla bioetica, sia quelli legati alla nostra autodeterminazione. Molti aspetti vengono estremizzati per lanciare un messaggio forte, risultato che viene sicuramente ottenuto. L’estremizzazione però a volte rischia di banalizzare: essere nato con un patrimonio genetico considerato eccellente e approvato dalla società non significa essere uno stupido manichino che non ha mai dovuto affrontare problemi nella vita e che non è capace di farlo; per suonare con passione non basta avere 12 dita invece che 10; non basta sognare ed essere determinati per realizzare tutti i nostri sogni, anche se è una parte importante.

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